Se si considerano gli aceti più diffusi in àmbito alimentare, è difficile affermare che esista l’aceto senza odore, dato che tutti gli aceti hanno, in realtà, un odore ben definito, che contribuisce, tra l’altro, a determinare il loro profilo organolettico.
Sia che parliamo di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP, o di Aceto Balsamico di Modena IGP, aceto di mele o aceto di vino – bianco, rosso o rosato -, l’odore che li caratterizza è, in genere, penetrante e pungente, con diverse gradazioni di intensità, a seconda della materia prima dalla quale si ottiene il prodotto finito.
Aceto con odore
L’aceto balsamico, in genere, ha un odore solo leggermente acetico, con note legnose e dolci, ed è più morbido rispetto a quello dell’aceto di vino, che tende, al contrario, a essere più acidulo e aggressivo al palato. Molto più delicato, invece, è l’odore dell’aceto di mele, che penetra le narici, senza aggredirle.
Nessuno di questi aceti è comunque privo di odore. Quindi, per rispondere alla domanda iniziale “esiste l’aceto senza odore”, bisogna ricercare tra i tipi di aceto che sono usati anche in àmbiti diversi da quello alimentare.
Aceto senza odore
Un esempio di aceto senza odore è l’aceto bianco, che non va confuso con l’aceto di vino bianco, che si ricava dal vino bianco. L’aceto di vino bianco, infatti, pur avendo un odore più fruttato e meno acidulo rispetto all’aceto di vino rosso, è comunque connotato da un aroma molto forte e non rientra, quindi, nella categoria degli aceti senza odore.
Di seguito descriviamo, più nel dettaglio, l’aceto bianco per capire come si ottiene e come si usa.
Aceto bianco
L’aceto bianco, anche detto aceto di alcool o aceto di cristallo (per la sua trasparenza) è privo di odore e si ricava dalla doppia fermentazione, prima alcolica e poi acetica, di materie prime di origine agricola, sia cerealicole che frutticole. L’aceto bianco è noto per le sue proprietà sgrassanti e antibatteriche, ma può essere usato anche per conservare e condire gli alimenti.
Nella sua versione industriale, l’aceto bianco viene venduto in molti supermercati, in confezioni di almeno 1 litro, sulle quali viene indicato principalmente il suo uso alimentare. Oltre che come condimento per insalate verdi o come conservante di verdure, l’aceto bianco viene più spesso impiegato per la pulizia della casa, poiché risulta essere molto efficace per:
- rimuovere il calcare;
- pulire il frigorifero;
- lucidare argento e acciaio;
- igienizzare le superfici;
- sturare gli scarichi;
- sterilizzare gli oggetti;
- assorbire cattivi odori.
A differenza di altri prodotti per la pulizia domestica, l’aceto bianco è 100% naturale, atossico, economico ed ecologicamente sostenibile, dato che si ottiene dalla fermentazione acetica di un distillato alcolico di origine vegetale, come malto, patate, barbabietole – e anche riso.
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Aceto di riso
Rientra nella categoria degli aceti bianchi anche l’aceto di riso il cui odore, rispetto a tutti gli altri, è estremamente delicato, o persino assente. L’aceto di riso ha una connotazione decisamente più artigianale, rispetto a quello venduto nei supermercati; il suo uso è più alimentare che domestico. L’aceto di riso ha un sapore soave e leggermente acidulo ed è indicato nella preparazione di piatti tipici della cucina orientale, nella quale affonda le sue origini. A seconda del produttore, l’aceto di riso si ottiene dalla fermentazione dell’acqua di riso o da quella di riso selezionato, come nel caso dell’aceto di riso prodotto e distribuito da De Nigris.
Aceto senza odore fatto in casa
Per fare l’aceto bianco in casa, servono strumenti e competenze specifiche e, soprattutto, nozioni chimiche adeguate per eseguire, nel modo corretto, sia la fermentazione alcolica che quella acetica della materia prima vegetale. Sul mercato, il costo dell’aceto bianco è basso e, laddove garantito da produttori esperti, qualitativamente soddisfacente; pertanto risulta più semplice acquistarlo, anziché produrlo in cucina – con risultati, oltretutto, non sempre soddisfacenti. In ogni caso, prima di usare l’aceto di alcol, bisogna leggere con attenzione l’etichetta, per verificarne la possibilità di uso alimentare.
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