Affermare che esiste l’aceto senza nichel non è possibile perché, seppur in misura variabile e in certi casi estremamente ridotta, il nichel è presente in tutti gli alimenti, quindi anche nell’aceto. Possiamo però dire che, rispetto ad altri alimenti, l’aceto contiene una percentuale molto bassa di nichel.

Il nichel è un metallo assai diffuso in natura, essendo anche un componente della superficie terrestre, dell’aria e della biosfera. Viene rilasciato nell’aria e nell’acqua anche dalle industrie che lo utilizzano per diversi scopi; la sua presenza, più o meno elevata, nei cibi può essere determinata da numerose variabili, tra cui:

  • la tipologia dell’alimento (vegetale o animale);
  • la zona di coltivazione;
  • la stagione di raccolta;
  • i processi di lavorazione cui viene sottoposto l’alimento;
  • i processi di conservazione usati per prolungarne la durata;
  • gli utensili usati per la preparazione e la cottura del cibo;
  • il materiale del contenitore per conservare l’alimento.

In base a questi, e altri, fattori, è possibile trovare livelli diversi di nichel anche all’interno dell’aceto.

Perché il nichel è presente nell’aceto?

Il nichel è presente nell’aceto perché è contenuto anche nella frutta, e quindi nelle uve dalle quali si ricava il mosto. Dal mosto d’uva, si ottiene sia l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, in cui il mosto è l’unico ingrediente, che l’Aceto Balsamico di Modena, che contiene solo in parte il mosto.

L’aceto (non balsamico) deriva anche dal vino, e quindi sempre dall’uva (aceto di vino), o dalle mele (aceto di mele), pertanto è inevitabile che qualsiasi tipo di aceto contenga una percentuale di nichel, seppur minima.

In generale, l’aceto viene incluso tra gli alimenti con un bassissimo, quindi trascurabile, contenuto di nichel. Tuttavia, in base a quanto detto sopra, non esistono dei tipi di aceto del tutto privi di nichel, quindi del tutto idonei anche per chi soffre di Sindrome da Allergia Sistemica al Nichel (SNAS) o è anche solo intollerante. A oggi, allergie e intolleranze al nichel sono tra le più comuni a livello mondiale, soprattutto tra la popolazione femminile, proprio perché, essendo così diffuso, questo metallo può entrare in contatto con il corpo umano in tanti modi diversi.

Gli effetti del nichel sulla salute

Se ingerito attraverso l’alimentazione, il nichel viene assorbito solo in minima parte, tra l’1 e il 10%, dall’intestino. Da qui, viene poi distribuito agli altri organi, senza accumularsi in nessuno di essi in particolare. L’assunzione di una massiccia quantità di nichel può causare intossicazione, che potrebbe manifestarsi con crampi addominali, disfunzioni intestinali, dermatite, gastrite, difficoltà respiratorie, perdita di capelli, vertigini ecc. Per questo motivo, nell’ottobre del 2020, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha aggiornato la documentazione scientifica relativa ai rischi per la salute dell’uomo associati al nichel presente negli alimenti e nell’acqua da bere, innalzando la dose giornaliera tollerabile (DGT) di nichel da 2,8 microgrammi per chilogrammi di peso corporeo a 13 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo.

Come prevenire l’assunzione eccessiva di nichel

Uno dei modi più efficaci per limitare l’assunzione di nichel resta la semplice lettura dell’etichetta sulle confezioni dei prodotti (soprattutto cosmetici e gioielli), e delle diciture che indicano in modo esplicito che il prodotto è senza nichel (nickel free), o comunque lo contiene in percentuali bassissime, o è stato testato per il nichel (nickel tested).

Per quanto riguarda gli alimenti, però, va detto che la presenza di nichel non è accertabile in modo facile – quindi non è precisabile in etichetta; pertanto, una buona conoscenza degli alimenti che contengono nichel può essere considerata una seconda, altrettanto efficace, modalità per prevenire un’assunzione eccessiva di questa sostanza.

L’aceto, in modo particolare, non compare pressoché mai nell’elenco degli alimenti o dei condimenti il cui consumo può causare reazioni allergiche da nichel; per questo motivo, viene generalmente considerato un alimento sicuro.

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Quale aceto contiene meno nichel?

Pur non potendo evitare del tutto la contaminazione di un metallo come il nichel, che è presente sia nel suolo, che nel sottosuolo che nell’aria, è tuttavia possibile limitarla, ricorrendo a modalità di coltivazione biologica che prevedono l’esclusivo utilizzo di sostanze biologiche, sia per la fertilizzazione che per la protezione delle colture. Per questo motivo, si può dedurre che l’aceto biologico contenga meno nichel rispetto ad altri tipi di aceto.

Questa peculiarità, unita all’esperienza e alla competenza del produttore, contribuisce a garantire un prodotto salubre e di qualità elevata. Questo vale anche per i Maestri Acetieri De Nigris che producono un’ampia gamma di aceti biologici, ricchi di importanti proprietà nutrizionali e poveri di nichel.

Tutte le informazioni contenute in questo articolo relative alla presenza di nichel nell’aceto sono solo indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico curante o di altro esperto di nutrizione, al quale invitiamo a rivolgersi in caso di dubbio o di particolari condizioni di salute.