Aceto nella dieta: valori nutrizionali e informazioni utili su tutti i tipi di aceto
Costanza, entusiasmo e un minimo di disciplina: per iniziare un percorso volto alla perdita di peso occorre fare il pieno di questi elementi e rivolgersi a uno specialista che possa calibrare un nuovo piano alimentare tarato su noi stessi. Il regime alimentare che si ottiene sarà vario, bilanciato e sano, occorrerà però inserire nella nostra dieta cibi nuovi e dare nuova vita alle solite ricette rileggendole in maniera dietetica.
Uno degli elementi che di solito viene quasi del tutto bandito è il mondo dei condimenti. Molti di questi infatti sono ricchi di grassi e contengono molte kcal. Molti ma non tutti. L’aceto infatti è un’ottima scelta quando bisogna condire le pietanze ma si è a dieta. Introdurre aceto nella dieta, secondo alcuni studi scientifici, infatti, sarebbe in grado di ridurre l’apporto calorico. L’aceto è generalmente poco calorico, ricco di interessanti proprietà (migliora tra le altre le funzioni digestive), prolunga il senso di sazietà ed è un ottimo esaltatore di sapidità, quindi, usarlo per condire, agevola l’assunzione di minori quantità di sale. Allora vediamo insieme come combinare aceto e dieta.
Aceto balsamico nella dieta
Dal corpo vellutato e al palato agrodolce, l’aceto balsamico di Modena IGP che amiamo è fatto così. Lo utilizziamo tanto per condire le verdure crude quanto per una bistecca cotta a puntino, ma anche per rendere più gustosa una portata di pesce o il nostro risotto preferito. Possiamo condire con l’aceto balsamico se siamo a dieta? Certamente, anzi è auspicabile farlo perché, aggiungendo due cucchiaini di aceto balsamico di Modena alla nostra insalata non sarà più necessario abbondare con l’olio né con il sale. Il piatto risulterà ugualmente saporito ma con un contenuto calorico notevolmente inferiore. Chiaramente esistono diverse tipologie di aceto balsamico che, variando il contenuto di mosto d’uva, apportano più o meno zuccheri (e di conseguenza calorie), quindi aceti balsamici più densi saranno più calorici. Il gusto varierà anche al palato, gli aceti più sciropposi saranno più dolci e amabili, quelli più fluidi saranno più acidi.
Kcal dell’aceto balsamico
Chiaramente quando si parla di kcal dell’aceto balsamico bisogna fare sempre riferimento alla quantità di prodotto da inserire nella vostra ricetta. Solitamente sono sufficienti 15 ml per persona. Per L’aceto Balsamico di Modena densità media le kilocalorie sono 115 per 100 grammi e, considerando che solitamente si serve un cucchiaio per porzione, si assumono solo 15 kcal. , L’aceto a bassa densità (25%) apporta circa 12 kcal per cucchiaio, mentre per l’Aceto Balsamico di Modena IGP Ricetta del Fondatore si raggiungono le 328 kcal per 100g, considerato che ne basta qualche goccia per ottenere un sapore avvolgente il suo computo calorico diventa irrisorio.
Aceto di mele nella dieta
Aceto di mele e dieta sono due elementi che vanno estremamente d’accordo. L’aceto di mele si ottiene dalla sola frutta pressata che viene fermentata e quindi mantiene inalterate tutte le proprietà delle mele. Si può introdurre nella dieta l’aceto di mele come condimento per l’insalata o per realizzare salse sfiziose ma ipocaloriche.
Kcal dell’aceto di mele
L’aceto di mele MelaMadre ha un apporto calorico di 3 kcal, questo lo rende ideale quando la dieta va seguita in maniera rigida al fine di perdere molta massa grassa in un tempo ragionevole. Le kcal dell’aceto di mele lo rendono ideale anche per marinare in maniera delicata carni bianche o condire i pesci azzurri.
Aceto di vino nella dieta
L’aceto di vino nella dieta è un valido alleato perché per condire ne occorre una minima quantità ottenendo risultati saporiti e invitanti. Si può utilizzare anche durante la cottura o la preparazione dei cibi. Come altre tipi di aceto, anche per questa tipologia vale l’assunto che l’aceto di vino può far dimagrire laddove esaltando la sapidità dei piatti riduce la necessità di aggiungere sale e olio in abbondanza.
Kcal dell’aceto di vino
L’apporto calorico dell’aceto di vino è minimo, soprattutto se consideriamo le quantità aggiunte per persona in ogni singola pietanza.